Cima Portule è un imponente roccaforte calcarea dalle cui viscere scaturiscono le sorgenti della Val Renzola. E’ anche la seconda vetta più alta dell’Altopiano di Asiago, probabilmente la più bella per la sua conformazione rocciosa, una muraglia stratificata che fa da spartiacque tra Veneto e Trentino e si affaccia sulla depressione della Valsugana. Nel 1996 gli fu dedicato l’asteroide 7900, che prende appunto il nome Portule, scoperto da due ricercatori dell’Osservatorio Astrofisico di Asiago.

Anche Bocchetta Portule è perduta. Viviamo un sogno spaventoso, sino a quando?

Così Attilio Frescura, soldato italiano al fronte descrive nel suo racconto “Diario di un imboscato” i delicati momenti della perdita del Monte Portule da parte delle truppe italiane nel maggio-giugno 1996 durante la Strafexpediiton.

BOCCHETTA PORTULE

E’ una grande sella che separa il massiccio dela Portule dalla Cima dell’Arsenale e del Monte Colombarone. Essa svolse un ruolo centrale nell’organizzazione logistica austriaca della metà del 1916 a tutto il 1917. Accanto alla bocchetta gli italiani avevano realizzato nella roccia una postazione per batteria a sbarramento della Val d’Assa. Ma il tiro dei suoi pezzi non risultò particolarmente efficace e quando gli imperiali occuparono Cima Portule si impossessarono anche della sella, dotandola di un’ampia strada, due teleferiche e serbatoi d’acqua potabile.

GALLERIE DI BOCCHETTA PORTULE

E’ possibile visitare le gallerie cannoniere, rivolte verso l’Altopiano di Lavarone e Luserna e quel che resta delle cisterne d’acqua austriache, dalla capacità di 80.000 litri. L’impèianto alimentato da una condotta lunga quasi 3000 metrri captava l’acqua in fondo alla Val Renzola, 800 metri più sotto mediante sei pompe di sollevamento.

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