Questo itinerario porta sulla cima della montagna, un’area sacra e sede di un grande museo all’aperto della Grande Guerra, un narratore dalla voce potente e instancabile.

Camminando per la mulattiera austriaca giunsero dive nel giugno del 1917 era esplosa la mina che aveva cambiato l’aspetto della montagna e sepolto il presidio italiano della Lunetta. Grossi macigni erano stati scagliati tutt’intorno e alcuni erano rotolati fino alla Pozza delle Arne; nel cratere aperto dell’esplosione c’erano alcune postazioni per mitragliatrici e guardando da quelle feritoie si vedevano gli scheletri appesi ai reticolati. Dietro la Crocetta c’erano caverne, casematte, scavi, scale per salire dalle trincee. Di quello che loro ricordavano non era rimasto niente, nemmeno il profilo della montagna.

Da “L’anno della Vittoria” di Mario Rigoni Stern

MONTE ZEBIO

Caposaldo fondamentale della linea di resistenza austriaca, lo Zebio fu ripetutamente attaccato dagli italiani tra il 1916 e il 1917, senza successo. In preparazione di uno di questi attacchi, programmato per scattare lo stesso giorno della Battaglia dell’ Ortigara, la cima della montagna fu massicciamente minata. L’esplosione avrebbe dovuto cogliere di sorpresa gli austriaci il 10 giugno 1917 e stanarli. Ma l’ effeto sorpresa non funzionò e la mina scoppiò due giorni prima spazzando via l’intero presidio della Brigata Catania in perlustrazione.

LA MINA DI SCALAMBRON

Dove nel 1917 l’intero reggimento di fanteria Catania fu spazzato via dall’accidentale scoppio della mina che stavano preparando.

CIMITERO MILITARE DELLA BRIGATA SASSARI

E’ l’unico cimitero italiano di questo itinerario, al cui recupero hanno contribuito le Regioni Veneto e Sardegna perchè, sotto le sue croci ordinate riposano ben 218 soldati della gloriosa Brigata Sassari.
Un cippo recita:

Una brigata leggendaria unica ad essere insignita di quattro medaglie d’oro alle bandiere dei suoi reggimenti. Combattè in terra veneta con straordinario valore e tributo di sangue.

I CIMITERI AUSTROUNGARICI

L’ex cimitero di Val Galmarara: il più piccolo di quelli austroungarici che accoglie le croci di 121 soldati appartenenti a diversi reggimenti, le cui salme sono state trasferite nel Sacrario Militare del Leiten nel 1994. I cimiteri Mosciagh 1 e 2 dove, complessivamente, riposano 1142 soldati austroungarici. Il cimitero Mosciagh 3 in cui riposano 209 fucilieri dell’armata austroungarica raccolti in gruppi di 4 o 5 per lapide.

FORTE INTERROTTO

E’ una caserma militare difensiva costruita nella seconda metà dell’Ottocento, interamente in pietra, che sovrasta l’abitato di Camporovere e domina l’intera conca centrale dell’Altopiano. Dal punto di vista storico e costruttivo, il Forte Interrotto rappresenta un caso del tutto eccezionale: nacque infatti da un progetto di architettura militare che ricalcava ancora canoni tardo medievali. Nel 1916 fu occupato dagli austriaci e trasformato in caposaldo della linea imperiale.

Il nome di questa fortezza non deriva dal fatti che l’opera non fosse compiuta, ma dalla traduzione del termine cimbro “HinterKnotto” che significa Monte Posto a Nord.