Situato a Castelletto, una frazione di Rotzo, il Bostel è un sito archeologico dove sono state trovate testimonianze di un villaggio di montagna che risale alla seconda età del ferro abitato da popolazioni autoctone dell’Altopiano.

Nel 1781 l’Abate Agostino Dal Pozzo (nativo di Castelletto di Rotzo) scoprì i resti di questo antico villaggio, durante dei lavori di bonifica agraria dei terreni che appartenevano alla sua famiglia, la quale voleva iniziare la coltura della patata. L’abate descrisse questo suo ritrovamento nel suo famoso scritto “Memorie Istoriche dei Sette Comuni Vicentini”.

Nel 1912 vennero effettuati delle indagini sul sito per conto della Regia Soprintendenza alle Antichità delle Venezie. Attraverso questi scavi venne scoperta la c.d. “sala del trono” la quale poteva appartenere al capo villaggio oppure veniva utilizzata come edificio per le riunioni. Gli scavi continuarono nel 1969 e si scoprì la “casetta A”, edificio a pianta quadrangolare, utilizzata come abitazione, nella quale sono stati rinvenuti numerosi manufatti ad uso domestico e tutto ciò ha permesso di acquisire precise informazioni sull’edilizia abitativa durante l’età del ferro nella zona alpina.

Dal 1994 ad oggi le ricerche proseguono e vengono effettuate dall’Università degli Studi di Padova. Il parco archeologico è stato inaugurato nel 1999.

Le attività che si possono fare al Bostel: il “Re-building the past”

Al Bostel è possibile fare visite guidate, laboratori didattici, escursioni guidate, convegni e conferenze. Oltre ad offrire numerose attività all’interno del Museo e al Parco Archeologico, si occupa anche di diversi progetti.
Uno di questi è “Re-bulding the past” che prevede la creazione di 3 istallazioni di realtà immersiva, aumentata e virtuale. Questo progetto ha lo scopo di creare un gioco spazio-temporale in modo da poter emozionare e sorprendere in maniera diretta i visitatori.

Grazie a questo progetto il Bostel è il primo sito archeologico in Italia e in Europa che ti permette di sperimentare queste 3 esperienze.

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